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L’Umbria attraverso i sensi

L’Umbria attraverso i sensi

L’Umbria cuore verde d’Italia: recita così lo slogan con il quale questa regione è nota in tutto il mondo.

Ma per saggiare il senso di una parola impegnativa come ‘cuore’, occorre parlare di qualità della vita come tratto distintivo, affidandoci ai cinque sensi, il modo più diretto che ciascuno ha per rendersi conto della realtà e catturarla.

La vista: il verde dell’Umbria In qualsiasi direzione si guardi, anche in fretta e perfino puntando a una meta, il verde è davvero ovunque: nei parchi protetti e nei campi coltivati, sulle colline ondulate e dolci come sulle montagne più aspre, dove sottobosco e alberi d’alto fusto contendono alla pietra una vita difficile. C’è il verde argentato dei tanti ulivi, quello profondo dei lecci intorno all’eremo delle Carceri di Assisi, il verde opaco dei cipressi, il chiarore d’erba dei piani di Castelluccio a primavera e quello compatto delle piantagioni di mais e girasoli. E poi c’è il verde delle città, quello più sorprendente. Un verde che non si affaccia soltanto dalle aiuole ma che irrompe tra palazzo e palazzo nei centri storici, con terrapieni che diventano orti e giardini con alberi d’alto fusto. Con la campagna che si inserisce tra quartiere e quartiere, in cesure che fanno di ciascuna delle città umbre un mosaico di sorprendente bellezza.

Il tatto: i materiali dell’arte Viaggiare per l’Umbria senza sporcarsi le mani sarebbe un gran peccato! Perchè se toccare dipinti e sculture di pregio è certo inopportuno, limitarsi a guardare i materiali che compongono le città senza mai saggiarne l’effetto sulla pelle, sarebbe altrettanto una perdita. Il marmo di una chiesa non sarà mai lo stesso d’estate e d’inverno o nelle diverse ore del giorno; il tufo di un muro etrusco sarà friabile, mutevole sotto le dita; la ceramica sarà diversa sul bancone di Deruta o Gualdo Tadino, o quando esposta all’aria in un mercatino accanto alla terracotta. Il legno di travi, portoni e infissi racconterà, centimetro per centimetro, dalla prima stagionatura alle rughe inflitte dal tempo e dalle intemperie. Toccare con mano la variabilità è il modo migliore per accorgersi che un monumento, come una città, è un organismo vivo.

L’udito: ascoltare il silenzio Potrà essere utile lasciarsi alle spalle i percorsi asfaltati, ma spesso non è nemmeno necessario. Il luogo sarà riconoscibile a occhio nudo: poche case o meglio ancora nessuna. E sopra, il cielo: sereno o annuvolato, buio o stellato. E il silenzio rimbomberà nelle orecchie come, da bambini, il mare delle conchiglie. E via via risalteranno i suoni della natura che abbiamo perso l’abitudine di ascoltare. Potrà essere in un bosco, vicino a un fiume, in un lago isolato reso silenzioso dall’oscurità. Potrà capitare tra vestigia etrusche o romane, o lungo i percorsi del grande misticismo. Potrà accadere in un campo arato d’estate, nelle ore in cui il caldo assopisce i fremiti della natura, o in città d’inverno quando talvolta la neve spegne anche i fruscii. L’importante è non lasciarsi sfuggire questa opportunità, non così facile da cogliere in altri luoghi, della magia del silenzio.

L’olfatto: i profumi delle stagioni e della terra Qui, in Umbria, l’aria porta con sé odori di vita e di lavoro, profumi di pane, di terra e di vino. All’inizio dell’autunno è l’odore di legna ad attraversare i vicoli dei centri storici e a comporre sentori che dicono di raccoglimento e di intimità. La bella stagione recherà i profumi inebrianti di erbe aromatiche e lavanda, di tigli in fiore e di linfa viva e potente che già scorre nelle piante risvegliandole. Un altro odore si può inseguire, diverso da stagione a stagione, ma costante nella presenza: l’odore dell’acqua. Quello delle sorgenti, dei laghi, delle cascate, delle fonti e dei tanti corsi d’acqua che attraversano la regione. Un odore quasi incessante di acqua, racconto di un rapporto e di una relazione tra uomo e natura.

Il gusto: i sapori della cucina regionale Qui i prodotti della terra parlano direttamente al cuore. E il sapere antico degli uomini rivive nello stesso piacere che si ha quando si accoglie un amico. Tra boschi, valli e altipiani e lungo il dolce degradare delle colline puoi trovare dei tesori preziosi, tutti da gustare: in Umbria puoi percorrere delle strade che ti conducono ad assaggiare gli ottimi prodotti della sua terra. Lasciati condurre alla scoperta dei sapori antichi che hanno influenzato la cultura enogastronomica dell’Umbria come la norcineria, le lenticchie, lo zafferano, il tartufo, i formaggi, il vino e l’olio. Una piccola regione, un grande cuore verde che al primo sguardo dispiega molteplici identità, precise e ben connotate, retaggio di una storia fatta di frammentazioni e vicissitudini. Esiste tuttavia un fil rouge che nei secoli ha legato il territorio umbro in un vincolo indissolubile. E’ la spiritualità diffusa, che da Jacopone da Todi, San Francesco e Santa Chiara, raggiunge anni vicino a noi, con l’elaborazione teorica di Aldo Capitini che culmina nella Marcia della Pace. E’ quest’ideale di pace a fare dell’Umbria quell’insieme di ragione e sentimento, corporeità e spiritualità che la rende unita e unica al mondo.

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